WELLMADE: Roberto Intorre tra i Maestri d’Arte d’Italia per un “nuovo Rinascimento”

La mia arte è l’oreficeria. Ho creduto profondamente, in tutti questi anni di attività, al valore intrinseco della creazione in generale e del gioiello in particolare ed è quindi molto gratificante essere stato scelto dalla Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte per rappresentare il «nuovo Rinascimento» che la Fondazione promuove attraverso la salvaguardia delle attività artigianali di eccellenza dal rischio di scomparsa nel nostro Paese.
Sono presente infatti tra i 600 Maestri d’Arte d’Italia selezionati per il progetto Wellmade, che ha l’obiettivo di riunire le diverse realtà di qualità che quotidianamente lavorano per la valorizzazione e la promozione dell’artigianato d’eccellenza: https://www.well-made.it/artigiano/roberto-intorre-orafo-gioielleria-palermo/
Come tutte le forme d’arte che l’uomo produce per intimo bisogno e che inducono chi le contempla alla riflessione e a una trasformazione creativa del pensiero e della visione del mondo, anche l’oreficeria ha in sé questo valore. In questo momento storico in cui urge una riflessione legata alla diatriba fra superfluo ed indispensabile, mi sono interrogato sulla necessità di proseguire nella produzione di un bene che, all’apparenza, ha un carattere frivolo. Ed è proprio questo aspetto che, forse, andrebbe smentito. Il monile assume un carattere identitario fortissimo che contraddistingue le culture e le epoche storiche che ne sono espressione, ma anche il singolo individuo. Un gioiello si sceglie, la maggior parte delle volte, perché racconta qualcosa. Questo “qualcosa” è ad un tempo la storia ancestrale da cui discende quasi geneticamente, ma anche la storia o solo un aspetto di chi lo indossa. In un certo senso, il gioiello è un microcosmo che contiene un macrocosmo. Come possa il micro contenere il macro è sempre un affascinante mistero. Ma è esattamente in questo che sta il valore di indispensabilità dell’arte orafa. Perché ogni cultura è fatta di ciò che è in potenza, ma anche della sua memoria.
Il manufatto, frutto della perizia tecnica dell’artigiano, diventa un prolungamento non solo del suo pensiero, ma anche della sua mano e del suo sentire profondo. In questo “trasferimento” diventa evidente la differenza fra la tecnica e la tecnologia. Laddove la tecnologia, infatti, ci restituisce in tempi brevi oggetti perfetti, la tecnica ci costringe ad un’attesa insatura, da riempire di aspettative che esita in un oggetto in cui sarà impressa l’unicità dell’impronta di chi lo ha creato.
Dunque, oggi più che mai, in una realtà che appare virtuale se non addirittura vacua, in cui persino la parola detta viene spesso surclassata dalla logorrea di immagini, concetti triti e ritriti, poter dare senso e riconoscersi in un monile che richiede un pensiero, un progetto e un tempo di realizzazione ci restituisce, in qualche modo, un po’ di umanità.
La Fondazione Cologni e il progetto WELLMADE
La Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte ( https://www.well-made.it/fondatori/ ) è un’istituzione privata non profit, nata a Milano nel 1995 per volontà di Franco Cologni, che ne è il Presidente.
Tra le varie iniziative culturali, scientifiche e divulgative, nel 2015 la Fondazione ha lanciato il progetto digitale Wellmade ( https://www.well-made.it ), nato dalla collaborazione con il duo di designer di Whomade, Dario Riva ed Edoardo Perri. Wellmade propone una piattaforma online che permette di scoprire i migliori artigiani in Italia, conoscere il loro lavoro e recensire i loro prodotti e servizi su misura, una community animata da oltre 600 eccellenti artigiani, circa 19.000 utenti attivi, 39 rinomati Ambasciatori e 15 Circuiti partner, che amano scoprire e condividere tutto ciò che è “bello e ben fatto”, all’interno di un’esperienza digitale gratificante e culturalmente evoluta